La legge non impone al produttore l’indicazione della data di scadenza sui contenitori di miele in quanto esso è un prodotto a lunga conservazione. Ciò comunque non significa che, con il passare del tempo, il miele migliori qualitativamente come può accadere per i vini.
Un primo problema che ricorre con frequenza è la fermentazione del miele. La causa principale della fermentazione del miele deriva da un eccessivo contenuto di acqua e può manifestarsi da alcune a molte settimane successive il confezionamento.
Alcuni tipi di miele sono più soggetti alla fermentazione e ciò deriva principalmente dal periodo di raccolta e, quindi, dalle specie floreali presenti da cui le api suggono il nettare. Esempi di mieli ad alta possibilità di fermentazione sono: miele di erica, tarassaco e alberi da frutto (periodo primaverile) e mieli di edera, corbezzolo, calunna (periodo autunnale). E’ proprio in primavera e in autunno che il nettare ed il micro-ambiente di lavorazione e raccolta presentano elevate percentuali di umidità che favoriscono la fermentazione del prodotto.
Se siete appassionati delle specie di miele citate è utile conservare i contenitori a temperatura costante ed in frigorifero.
Un altro tipo di alterazione del miele, in seguito alla lunga conservazione, è l’attenuazione degli aromi e delle componenti biologiche che rendono questo prodotto salutare. Questo invecchiamento dipende fondamentalmente dalla temperatura di conservazione, basti pensare che il danno subito dal miele conservandolo a 30°C per un mese equivale a quello subito a 20°C per nove mesi. La temperatura ottimale di conservazione rimane quella frigorifera o comunque non eccedente i 10°C.
Anche la luce diretta danneggia il miele e quindi è bene conservarlo al buio e ben sigillato in quanto tende ad assorbire gli odori dell’ambiente esterno e l’umidità