Rametti, erba, fiori, resti di frutta e verdura diventano un terriccio fertile, utile per le aiuole e l’orto e per nutrire le piante in vaso.
È un modo eccellente per riciclare i rifiuti ottenendo molti vantaggi.
Trasformare i rifiuti vegetali in concime è un’operazione alla portata di tutti. Il compostaggio, ovvero il riciclo naturale dei resti vegetali, può essere praticato anche in un piccolo giardino o in terrazzo, senza rischio di odori sgradevoli o insetti e regala un concime prezioso e a costo zero, ottenuto dai resti vegetali (erba falciata, foglie fresche e secche, potature ecc.) e organici (fondi di caffè, gusci d’uovo, resti di frutta e verdura…). Questi materiali subiscono una trasformazione biologica nel processo di compostaggio, da effettuare in un cumulo o negli appositi bidoni, pratici anche in balcone.
Da questo punto di vista è importante sapere che il materiale vegetale sminuzzato nel biotrituratore vede ridotto il suo volume fino a 20 volte, ovvero da 20 sacchi di pattume a uno solo, e si composta meglio. Preferite un modello elettrico a basso inquinamento acustico.
Si possono compostare pure prodotti biodegradabili, come le salviette di carta, i tovagliolini o il cartone tritato, senza ec
cedere nella proporzione rispetto ai materiali vegetali: gli ingredienti base sono quelli di natura organica. Meglio evitare i materiali trattati con sostanze tossiche o fitofarmaci e i resti di piante malate o affetta da parassiti.
Da 100 kg di materiale organico si ricavano circa 30-40 kg di terriccio che non puzza: al contrario, ha un buon odore di terra di bosco e un alto valore nutritivo.
Il terriccio ottenuto dal compostaggio può essere usato anche a diretto contatto con radici e semi, in giardino e nell’orto, per le piante in vaso e i prati. Gli elementi nutritivi variano in relazione agli scarti impiegati per produrlo.
Per trasformare i rifiuti in terriccio occorrono circa 10-12 mesi; i tempi si riducono con il caldo estivo.