Basta una rapida occhiata alle schede dei campi da golf per notare che grande parte di essi sono stati costruiti più di cinquant’anni fa, alcuni cento anni fa o anche prima. A parte la notevole eccezione dell’Old Course di St Andrews tutti questi campi sono stati disegnati da architetti, il cui valore è ampiamente dimostrato dal fatto che molti dei campi sono rimasti sostanzialmente uguali a quando furono creati. Appare rilevante il fatto che molti dei primi architetti famosi, come C.B. Macdonald, studiarono e analizzarono nei minimi dettagli i grandi links scozzesi antichi in modo da poterne imitare le caratteristiche migliori e le sottigliezze strategiche nei loro nuovi progetti. riproducendole a migliaia di chilometri dai links originali. Essi non disponevano della moderna attrezzatura per spostare grandi quantità di terra, per cui i loro disegni erano del tutto naturali e sfruttavano abilmente le caratteristiche e i profili del terreno esistente. Grande parte del genio di questi architetti si può infatti riconoscere negli approcci ai green: se il giocatore deve decidere esattamente come far correre la palla sugli ultimi 10 o 20 metri del green e poi farla fermare, l’architetto usa l’astuzia per indurlo a pensare che la pallina si comporterà in un determinato modo mentre in realtà farà esattamente l’opposto.
Uno dei più grandi ingannatori di tutti i tempi fu Alister Mackenzie, il medico di Leeds che curò le truppe britanniche durante la guerra anglo-boera e studiò le tecniche di mimetizzazione dei boeri, i quali riuscivano a nascondersi anche in aperta campagna. Egli mise in pratica ciò che aveva imparato nel corso della prima guerra mondiale, e Marshall Foch gli conferì un riconoscimento per aver salvato migliaia di vite nel conflitto, riducendo di un terzo le vittime sul fronte occidentale. Mackenzie iniziò ad applicare queste tecniche anche al disegno dei campi da golf. Il suo genio stava nell’abilità di utilizzare i contorni naturali del terreno, o di imitarli, per ingannare l’occhio del golfista. Il prolifico architetto Robert Trent Jones attribuì a Mackenzie un’influenza sul moderno design golfistico maggiore rispetto a quella di qualsiasi altro architetto.
A questo punto vale dunque la pena di ricordare le “caratteristiche essenziali di un campo da golf ideale” secondo Mackenzie, visto che sono rilevanti oggi quanto lo erano alla sua epoca, più di settant’anni fa:
Il campo, dove possibile, dovrebbe essere organizzato in due circuiti di nove buche ciascuno.
Vi dovrebbe essere un buon numero di buche da due colpi, due o tre buche da drive and pitch e almeno quattro da un solo colpo.
Vi dovrebbe essere poca distanza tra i green e i tee, e il campo dovrebbe essere costruito in modo tale che in un primo momento vi sia sempre un po’ di spazio tra il green e il tee successivo; in tal modo le buche risulteranno abbastanza elastiche da poter essere allungate in futuro, se sarà necessario.
I green e i fairway dovrebbero essere piuttosto ondulati. ma senza grandi pendenze da superare.
Ogni buca dovrebbe avere un carattere diverso.
I colpi d’approccio dovrebbero essere ciechi almeno in minima parte.
Il campo dovrebbe avere dintorni bellissimi, e ogni elemento artificiale dovrebbe avere un aspetto tanto naturale da confondersi con la natura stessa.
Vi dovrebbe essere un certo numero di voli imponenti dal tee. ma il campo dovrebbe essere organizzato in modo tale che i giocatori meno potenti possano scegliere un percorso alternativo se sbagliano un colpo o parte di esso.
Vi dovrebbe essere una varietà infinita nei colpi necessari per giocare le buche, ossia interessanti brassy, ferri, pitch and run.
Non vi dovrebbero essere il fastidio e l’irritazione provocati dalla necessità di cercare palle disperse.
Il campo dovrebbe essere così interessante da stimolare costantemente anche l’esperto a migliorare il suo gioco provando colpi che fino a quel momento sono stati per lui impossibili.
Il campo dovrebbe essere organizzato in modo tale che possano divertirsi nonostante stiano accumulando un gran numero di colpi.
Il campo dovrebbe essere ugualmente bello sia in estate che in inverno, la superficie dei green e dei fairway dovrebbe essere perfetta e il terreno nelle zone di approccio dovrebbe avere la stessa consistenza che nei green.
È straordinario il numero di grandi campi che mostrano la maggior parte. se non tutte, queste “caratteristiche essenziali”.
In passato, i migliori campi tendevano a proliferare ovunque i ceti abbienti (o per lo meno benestanti) trascorressero il loro tempo libero. Il golf seguiva i soldi. Oggi sta accadendo praticamente l’opposto, con la costruzione di campi da golf appositamente per attirare turisti – e denaro – nei luoghi di villeggiatura. Il golf costituisce una parte importante del turismo nel Sud Est asiatico, nella penisola iberica. nei più “occidentalizzati” tra gli stati petroliferi del Golfo, nell’America Centrale, nei Caraibi, in Turchia, a Cipro. in Sud Africa, in Egitto e nei paesi dell’ex blocco sovietico, cosi come nei tradizionali luoghi di villeggiatura degli Stati Uniti. del Canada e delle isole britanniche.
Per essere in grado di rispondere alle diversissime esigenze dell’architettura golfistica in climi tanto differenti, l’architetto contemporaneo deve essere una persona dalla cultura enciclopedica: ingegnere civile, ambientalista, economista, esperto di marketing, agente di vendita. sovrintendente, psicologo, filosofo. artista e illusionista. Non basta saper distinguere tra varie specie di erba o tra diversi tipi di bunker. Oggi la costruzione di un campo di prima categoria implica una spesa enorme, e costituisce un notevole esercizio di valutazione e di successivo project management. Le ipotetiche spese necessarie alla realizzazione di un disegno di Tom Fazio sono all’incirca le seguenti
Lavori di sterro generali (spostando fino a un milione di metri
cubi di terra): $1.500.000
Costruzione delle buche: $180.000 – $360.000
Semina dell’erba: $12.500 ad acro (con un’area da semina-
re compresa tra i 20 e i 100 acri)
Costruzione dei green (compresi gli impianti di vacuum, sfia-
to, riscaldamento): $500.000
Landscaping (a scadenza immediata): $500.000 – $2.000.000
Irrigazione (impianti computerizzati di innaffiamento ecc.): $1.200.000
Controllo dell’erosione: $100.000 – $500.000
Manutenzione complessiva: $350.000 – $800.000
Già cosi si parla di una cifra tra i 4 e gli 8 milioni di dollari. e non abbiamo ancora considerato la clubhouse né le parcelle di consulenti e legali necessari ad ottenere tutti i permessi di costruzione e le autorizzazioni ambientaliste. Mancano ancora lo stipendio dell’architetto (fino a 1 milione di dollari per uno famoso) e quello di uno staff tra i 15 e i 40 elementi, che costerà al campo oltre 1 milione di dollari in più all’anno. Le spese sono ancora più spaventose quando il terreno del campo è ostico. Sand Hills è costato meno di 2 milioni di dollari, contro i 37 di Shadow Creek.